2 Mar '16

Marina

Marina Galatioto scrittrice e giornalista collabora con le maggiori riviste di narrativa femminile. Ha lavorato per settimanali e quotidiani nazionali. Blogger e BM scrive e gestisce molti blog online. Sue opere si trovano in vendita su Amazon e nei migliori store online.

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Multa al Direttore della Riserva del Parco Naturale

Multa al Direttore della Riserva de Parco Naturale

Multa al Direttore della Riserva de Parco Naturale

Sembra un episodio proveniente da qualche strana commedia cinematografica, invece è accaduto davvero nel Parco naturale delle Dolomiti friulane in Val Cimoliana. Ecco i fatti.

L’episodio in questione ha come protagonisti il direttore della riserva di Pieve di Cadore e suo nipote, multati per aver attraversato il parco con i fucili, nonostante fossero scarichi e riposti nei portafucili.

La sentenza è arrivata da pochi giorni, ma sembra già che desterà un certo scalpore, sia per i protagonisti della vicenda, che per la giurisprudenza a riguardo, che evidentemente trova difficoltà a mostrare una via ragionevole.

Vediamo bene cosa è successo ed analizziamo le circostanze. I due, tornavano da una battuta di caccia al capriolo nella riserva di Pieve di Cadore. L’episodio risale al 2014 quando i due amanti delle Beretta furono sorpresi nel parco naturale da tre agenti della polizia provinciale, in prossimità del rifugio Pordenone, vicino al corso del torrente.

Si tratta di una circostanza che ha come ingredienti varie sfortune e qualche perplessità. Vediamo nel dettaglio cosa è successo. Esistono due tragitti per arrivare alla riserva di caccia di Pieve: o si sceglie un cammino difficoltoso di 6 ore oppure si attraversa il parco.

I due cacciatori, avendo parcheggiato nei pressi del rifugio Pordenone erano partiti da Pieve prima dell’alba per raggiungere Cimolais via Longarone. Posti magnifici, certo, ma d’ora in poi ci ricorderanno anche di fare più attenzione, al rispetto delle leggi legate alla vita nella natura.

Per riuscire ad arrivare alla riserva di caccia di Pieve, le possibilità sono due: o si sceglie un cammino abbastanza tortuoso di 6 ore oppure si attraversa il parco. I due cacciatori erano partiti da Pieve prima dell’alba. Raggiunta Cimolais via Longarone, avevano parcheggiato nei pressi del rifugio Pordenone.

Il percorso procedette poi a piedi oltre la Val Cimoliana, verso Sottomonte, lungo un sentiero. Nota di cronaca vuole, che la battuta non era stata particolarmente fortunata. I due avevano intrapreso il cammino di ritorno, lungo il medesimo sentiero, poco dopo mezzogiorno.

La contestazione avvenuta da parte della polizia provinciale, avvenne nei pressi del rifugio. I due sono stati fermati e ai due appassionati di caccia, sono stati inoltre oggetto di controllo di documenti e permessi.. Il caso è stato segnalato in Procura ed i fucili sono stati posti sotto sequestro.

Nonostante il direttore della riserva, facesse affidamento ad una differente legge che vede possibile l’attraversamento del parco in queste condizioni ed avesse richiamato leggi e consuetudini in materia, della quale è estremamente informato in quanto direttore della riserva, cercando di difendere le loro ragioni.

Verrà valutato il ricorso in appello quindi, trovando in questa eventuale sentenza un importante precedente, che spieghi cosa voglia dire attraversare un parco armati oppure entrare in un parco armati.

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photo credits | parcodolomitifriulane

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