EXPO disordini a Milano, the Day After
EXPO disordini a Milano, il giorno dopo, è questo che significa il titolo. Non l’ho scelto a caso. È il giorno dopo ad un disastro ecologico, ambientale e cittadino, ma anche morale. Pensiamo a come si possano sentire le persone, i pubblici cittadini che hanno visto bruciare e sventrare negozi da persone contrarie alla manifestazione.
Forse non si sono domandate nulla, hanno agito e basta, finendo per “colpire” non tanto l’EXPO o lo stato italiano, o chi secondo loro andava punito per aver organizzato il tutto, quanto cittadini che abitano e vivono nelle zone massacrate.
Magari la persona anziana che non può comprarsi di nuovo un’auto, o il papà separato che non ha possibilità di fare aggiustare la propria o anche chi era lì per caso, per lavoro, o per una visita medica.
Insomma, qualcuno che con l’EXPO non c’entrava niente.
A parte che sono contraria alla violenza e credo fermamente nel poter affermare i propri diritti senza questi atti vandalici, è vero che forse si fa più fatica, ma almeno non crea danno a persone che non hanno nulla a che fare.
Ho visto immagini di negozi devastati, vetrine frantumate. Chissà chi pagherà e se i proprietari o affittuari potranno sistemare il tutto e andare avanti. In questo panorama di difficoltà generale, dove è difficile trovare un lavoro e mantenerlo, dove sembra che la vita sia sempre più difficile e i negozi chiudano per difficoltà finanziarie mancava solo questo per concludere.
La classica ciliegina sulla torta per chi magari era davvero alla frutta.
E i cittadini milanesi, dopo il delirio, scendono in strada a ripulire la loro città, nemmeno fossero passati gli unni, come si soleva dire quando si studiava storia.
Purtroppo non è tutto qui, perchè questo tipo di atteggiamento, questo non curarsi degli, altri spaventa. Chi vive a Milano non si sente certo tranquillo, protetto e sereno. La paura di trovarsi in mezzo a situazioni del genere c’è.
O che capiti alla tua macchina, al tuo negozio, magari a tuo figlio quando torna da scuola. La cosa peggiore è dover vivere con il timore, la paura, che accada qualcosa. È gettare le basi del panico, è allarmismo, guerriglia.
Forse sono categorica nelle mie affermazioni, ma sono dalla parte di chi ha subito i danni, chi ha pianto davanti alla su auto bruciata, chi è sceso da casa per cercare di salvarla.
“Non sono assicurata contro incendio e furto, adesso chi mi ripaga la macchina?”, è stata l’esclamazione di una donna stamattina, quando l’abbiamo incontrata.
I cittadini sono allarmati, sono sconcertati e affermano con vigore il loro dissenso per quanto è stato fatto.
“Non c’entrava niente devastare la città e prendersela con chi non ha nulla a che fare con l’EXPO”, ha affermato un’altra signora settantenne “noi cosa c’entriamo?”.
Le zone colpite Cadorna, Corso Magenta, Via Carducci, via De Amicis.
Non dico sì o no all’EXPO, dico no a tutto ciò che è sbagliato, da chiunque sia stato fatto. Sono stati colpiti i cittadini, non l’EXPO.
fonte | ibtimes